Castellazzo passato e presente

Da Fecchio Giancarlo - Ultimo Aggiornamento: mercoledì, Giugno 21, 2017

Filmato realizzato alla fine di novembre del 1998. È un breve ritratto della situazione di Castellazzo di quel periodo e la volontà di tutela espressa in quel momento.

Venne realizzato dal WWF Italia Sezione Groane in collaborazione con gli abitanti delle corti.

Quanto affermato in quell’epoca si può riconfermare nella sostanza a tuttoggi. Considerando l’attuale impegno e l’attenzione al restauro della Villa e del Giardino della proprietà, augurandoci che tale intenzione e impegno e l’attenzione sia estesa al recupero culturale delle corti agricole. Rettificherei la frase di chiusura del filmato, asserendo la necessità di una soluzione sostenuta dagli enti pubblici per il recupero e la conservazione della dignità storica e agricola del borgo e dell’integrità del suo territorio agricolo e naturale.

Sull’Enciclica di Papa Francesco LAUDATO SI’

Da Fecchio Giancarlo - Ultimo Aggiornamento: venerdì, Aprile 8, 2016

La Parrocchia San Martino di Bollate e Gli Amici di Castellazzo,

Vi invitano alla serata

Sull’Enciclica di Papa Francesco

LAUDATO SI’

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La cura dell’ambiente, del territorio

e della nostra città, alla luce della lettera Enciclica.

Giovedì 14 Aprile 2016

alle ore 21.00

Sala PaoloVI, via Leone XIII- Bollate

Interventi previsti nella serata:

                           Don Maurizio Pessina       Parroco di Bollate

                          Roberto Della Rovere        Presidente del Parco Groane

                         Gli Amici di Castellazzo”  Associazione ONLUS

                         – interventi e dialogo con il pubblico presente in sala.

dice Papa Francesco: “…mentre l’ordine mondiale si mostra impotente ad assumere responsabilità, l’istanza locale può fare la differenza. È lì infatti che possono nascere una maggiore responsabilità, un forte senso comunitario, una speciale capacità di cura…, un profondo amore per la terra, come pure il pensare a quello che si lascia ai figli e ai nipoti.”

Evitato un intervento edilizio ai margini del Parco delle Groane

Da Fecchio Giancarlo - Ultimo Aggiornamento: venerdì, Dicembre 25, 2015

Fabbrica Center siamo contenti che l’insediamento edilizio, proposto dalla precedente Amministrazione, sia stato stralciato dal territorio del Parco delle Groane dal nuovo Sindaco di Bollate insediatosi nel giugno 2015. L’iniziativa proposta dal punto sociale ed occupazionale era condivisibile e ci auguriamo che trovi la sua collocazione all’interno di un’area dismessa, evitando così il consumo di altri terreni agricoli.

Dal mese di febbraio 2015 abbiamo un confronto costante con l’Ente Parco delle Groane, da quando si è insediato il nuovo Presidente, ed in questi mesi ci siamo incontrati cinque o sei volte. Agli incontri partecipano le associazioni ambientaliste presenti nella zona del Parco. Il fatto di vederci con cadenza quasi mensile ha probabilmente permesso di evitare la cementificazione proposta dall’amministrazione comunale precedente del Fabbrica Center. 

Quella che segue è la copia della lettera inviata e pubblicata sulla stampa locale la primavera scorsa.

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immagine dell’orto biologico dell’associazione MIA nel Parco delle Groane


Bollate, 4 maggio 2015

Oggetto: riflessioni sulla proposta sul cosiddetto progetto “Fabbrica Center” .

Nelle scorse settimane sono apparsi degli articoli sulla stampa locale su un’ipotetica proposta di progetto chiamato “Fabbrica Center” ;  vorremmo provare a fare qualche riflessione e commento sull’opportunità di questa proposta ed in particolare sulla sua collocazione territoriale. Se gli aspetti sociali e le eventuali possibilità d’impiego che promuoverebbe sono tutto sommato accettabili e condivisibili, riteniamo sia decisamente criticabile la sua collocazione all’interno dei confini del Parco Regionale delle Groane. La volumetria di questo progetto corrisponderebbe grossomodo a circa 20.000 metri cubi, ma è molto probabile che ci si sbagli per difetto, e non si tratterebbe quindi dell’impatto minimo che vuol far credere, chi ha presentato tale proposta. Il suolo dell’area oggetto della proposta di progetto, tra via Pontida e via Origona, attualmente è un prato che il PTC del Parco  definisce come “zona di interesse comunale” e ci pare singolare che un’iniziativa edilizia privata possa ritenersi a favore dell’interesse della comunità bollatese. E sinceramente ci sorprende anche che chi è vicino alle tematiche sociali proponga un’iniziativa edilizia di questo genere, che avrebbe senz’altro un pesante impatto ambientale all’interno dell’area protetta. Il Parco, com’è noto, fu istituito anche e soprattutto per preservare il territorio delle Groane dall’aggressione edilizia, non solo con un chiaro intento ambientale ma anche culturale e sociale; e chi propone questo progetto, evidentemente, non lo riesce  a cogliere e recepire.  Ma lo interpreta piuttosto a proprio uso e consumo. Se onestamente si vogliono perseguire le finalità sociali ed occupazionali, di cui si dice, senza andare ad impattare sul territorio, si dovrebbero utilizzare le aree industriali dismesse nel comune di Bollate, come la ex-Ceruti, la ex-Bellini e la ex-Timavo, che sarebbero di per sé più adatte e già vocate allo scopo. E ad Ospiate, in via Galileo Ferraris, c’è anche un’altra area industriale dismessa, quella della ex-IGAP. Quest’area ha un’estensione di circa 10.000 metri quadrati e comprende un’area coperta di 5.000 mq. in buone condizioni, con la possibilità di un parcheggio al suo interno; mentre nell’area di via Pontida/via Origona tale disponibilità sarebbe inesistente e si rischierebbe il congestionamento delle piccole vie adiacenti. L’area industriale della ex-IGAP di Ospiate è inoltre più comodamente accessibile dal punto di vista logistico e si può collegare agevolmente al Parco delle Groane, perché a poche decine di metri c’è una pista ciclabile. Considerando che la proposta di questo progetto contemplerebbe il collegamento ciclabile con il Parco, qui è già praticamente bell’è pronto.

Pertanto la proposta del progetto denominato “Fabbrica Center” troverebbe ad Ospiate, nella “fabbrica” dell’ex-IGAP, una soluzione onesta e ottimale da ogni punto di vista: sociale, produttivo ed  ambientale,  evitando soprattutto altro consumo di suolo, quindi ad impronta ecologica zero. Se si vuole veramente e seriamente, come si evince dagli articoli di giornale, un “impatto zero” il progetto proposto troverebbe in un’area industriale dismessa una sua collocazione più adeguata e ragionevole nel rispetto dell’interesse sociale e dell’eco sistema del Parco delle Groane, ma anche nel rispetto delle molte persone che si stanno impegnando da molti anni per la conservazione del territorio bollatese. Secondo noi, la sensibilità sociale per essere autentica deve andare di pari passo con l’attenzione per il paesaggio, altrimenti diventa una contraddizione in termini e smaschera chiaramente altri interessi. Ed è anche inaccettabile che una Amministrazione Comunale, a poche settimane dalla fine del suo mandato, proponga un pesante lascito immobiliare su di un’area che dovrebbe essere preservata a beneficio della comunità. Ci sarebbe inoltre da considerare che nel terreno affianco a quest’area di via Pontida a Bollate, nel Parco delle Groane, si sta sviluppando un’attività di agricoltura biologica, soprattutto orti, collegata ad un’associazione che ha una finalità sociale. A  nostro parere proporre un impatto edilizio in prossimità di chi si sta impegnando in una iniziativa sociale nel rispetto dell’ambiente e della natura del luogo, ci sembra un controsenso e crediamo che in qualche modo disattenda gli aspetti educativi e di sensibilizzazione di un Parco.

Fecchio Giancarlo per Gli Amici di Castellazzo

Convegno di domenica 22 giugno 2014

Da Fecchio Giancarlo - Ultimo Aggiornamento: domenica, Agosto 24, 2014
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Castellazzo degli Arconati un patrimonio paesaggistico della nostra identità storica e culturale, la nostra responsabilità morale per la sua salvaguardia.

Una Villa ricca di storia, un Borgo ricco di vita

Sono molti anni che la nostra associazione, Gli Amici di Castellazzo, si sta impegnando per difendere e preservare il meraviglioso paesaggio di Castellazzo di Bollate. Ottenuta la salvaguardia del territorio, del nucleo storico e degli abitanti delle corti agricole; stiamo tentando di orientare il restauro del Borgo affinché ne sia conservata anche la sua autentica identità culturale. Il luogo ha conservato intatto il suo fascino antico, è un brano della nostra memoria storica. Situato nel comune di Bollate a pochi chilometri da Milano, all’interno dei confini territoriali del Parco Regionale delle Groane, può senz’altro diventare un centro culturale orientato alla cura dell’ambiente e del patrimonio storico, conservando la sua funzione agricola e su quest’attività fondamentale innestare le soluzione consone, alla dignità del suo contesto, per una vera e responsabile tutela, conforme alle finalità dell’area protetta e dei suoi vincoli monumentali.
Lo scopo del Convegno è di raccogliere le forze culturali, civili e istituzionali per realizzare, ci auguriamo, un’azione condivisa, affinché nella tutela ambientale e storica si possa finalmente rivedere recuperato nel suo antico splendore, il paesaggio di Castellazzo degli Arconati.

L’intervento del Dott. Michele Corti – Docente di Zootecnia dell’Università di Milano – Ruralista
“La ricchezza dell’agricoltura, le radici di una comunità. Proposte per un’agricoltura civica.”

L’intervento del Dott. Giannozzo Pucci – Libreria Editrice Fiorentina, curatore della collana i Quaderni d’Ontignano
“L’agricoltura come identità culturale di un popolo.”

L’intervento del Sig. Antonio Bandera – Studioso della Storia degli Arconati e di Castellazzo
“Gli Arconati e la quadreria di famiglia.”

L’intervento di Mons. Marco Navoni – Dottore della Biblioteca Ambrosiana:
“Regio animo”: Galeazzo Arconati, il Codice Atlantico di Leonardo e l’Ambrosiana.

L’intervento del Dott. Matteo Cadario – Docente presso la Scuola di specializzazione in Archeologia, Università Cattolica del Sacro Cuore:
“Galeazzo Arconati e il collezionismo di antichità”.

Sottoscrizione popolare per il Restauro della fontana della Corte Case Nuove

Da Fecchio Giancarlo - Ultimo Aggiornamento: mercoledì, Novembre 20, 2013
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Com’è oggi la Fontana della Corte Case Nuove a Castellazzo … com’era e come vogliamo sia recuperata.

 

Abbiamo iniziato una Raccolta Fondi con una Sottoscrizione popolare per il Restauro della fontana della Corte case nuove di Castellazzo.

Castellazzo, per il suo contesto territoriale, è ritenuto uno dei paesaggi più belli della Lombardia e non a caso il suo territorio è all’interno dei confini del Parco Regionale delle Groane, ed inoltre il suo nucleo storico è interessato da un nuovo e più ampio Vincolo Monumentale, che abbiamo ottenuto all’inizio del 2011, che comprende le corti agricole del Borgo.

A fronte delle tutele ambientali e monumentali è necessario un ulteriore impegno per la conservazione del luogo e della sua storica identità agricola, noi, Amici di Castellazzo, ci impegneremo affinché il restauro conservativo sia finalizzato in tal senso. Abbiamo realizzato un Convegno ad aprile con questo scopo e ci stiamo adoperando presso la Regione Lombardia per sollecitarne un loro intervento concreto. Noi pensiamo che la magnificenza del paesaggio sia meglio preservata se se ne conserva la sua autenticità.

Riteniamo inoltre che il patrimonio ambientale e monumentale appartenga, almeno moralmente, al popolo e sia quindi un nostro dovere etico conservarne e tramandarne la bellezza, affinché anche le generazioni future possano beneficiarne.

Pertanto,chiediamo ai cittadini di partecipare ad una sottoscrizione popolare che permetterà, come prima iniziativa operativa, il restauro della Fontana della Corte Case Nuove di Castellazzo, di cui è rimasto solo il muro posteriore e la tromba dell’acqua non funzionante. Con il contributo e il lavoro di tutti potremo riportarla come la vedete nell’immagine.  Si tratta di un atto simbolico per manifestare concretamente la volontà di tutela dell’identità culturale delle corti del Borgo Agricolo di Castellazzo.

Dodici anni fa abbiamo già effettuato un restauro, ricollocando la colonna votiva, che era stata vandalizzata, di fronte alla Chiesa di San Guglielmo a Castellazzo, allora ci eravamo avvalsi del contributo fattivo di alcuni volontari, di un marmista e della collaborazione dei contadini del Borgo.

 

Gli Amici di Castellazzo.                                                                                                                                                               

Convegno del 14 Aprile 2013

Da Fecchio Giancarlo - Ultimo Aggiornamento: sabato, Giugno 8, 2013

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AGRI-CULTURA NEL BORGO

Convegno sull’agricoltura:
Castellazzo di Bollate e la sua Identità Culturale.

Il motivo dell’iniziativa de “Gli Amici di Castellazzo”.
In questi ultimi 17 anni, dalla primavera del 1996, ci siamo impegnati per conservare l’integrità del territorio di Castellazzo e del suo nucleo storico ottenendo un nuovo e più ampio Vincolo Monumentale, è necessario adesso conservare, restaurare e recuperare anche la sua destinazione e identità storica di Borgo Agricolo com’è da almeno 400 anni.
L’agricoltura dagli indicatori economici sembrerebbe essere l’unica attività economica che registri in generale un segno positivo, inoltre negli ultimi 10 o 15 anni c’è una crescita costante per le attività culturali collegate ai parchi, all’interesse per i borghi antichi ed alle attività agricole.
Il paesaggio straordinario di Castellazzo, ritenuto non a caso tra i più belli della Lombardia, può diventare un centro di cultura con molte soluzioni in vari campi radicandosi nella cura del territorio e nel restauro del suo Borgo, la parola “cultura” deriva significativamente da coltivare, prendersi cura della terra, e ci dovrebbe ricordare su quali basi si fonderebbe una comunità.
A Bollate conserviamo quasi intatto un brandello di ciò che era ritenuta un tempo l’Italia, ovvero il Giardino d’Europa. Pensiamo che la storia del luogo meriti di essere tutelata e conservata e costituisca una risorsa fondamentale, ed oggi più che mai sembrerebbe che nel nostro passato siano contenute le prospettive per un futuro dignitoso.
Se un bel paesaggio può contribuire ad educare la gente, crediamo che la tutela e la conservazione dell’attività propria del Borgo agricolo, siano un atto essenziale per le nuove generazioni affinché costituiscano un esempio per tramandare la nostra identità culturale.

 

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Resoconto Convegno del 14 aprile 2013 svoltosi a Castellazzo di Bollate.

L’università di bio-agricoltura: chi ci sta? Questa è stata la proposta più innovativa del “Convegno di Agri-cultura nel Borgo” tenutosi il 14 aprile nella Sala del Museo di Villa Arconati.
Luigi Brognoli, Presidente Confederazione Italiana Agricoltori di Milano – Lodi – Monza Brianza, ha ipotizzato che i terreni di Castellazzo possano essere utilizzati da una facoltà che sia in grado di combinare veramente studio e attività pratica. Tutto il Convegno ha tenuto fede alla richiesta che “Gli Amici di Castellazzo” hanno fatto ai relatori: dare indicazioni pratiche e occuparsi anche di numeri, quantità di persone, ettari, percentuali di sovvenzioni.
Dopo la presentazione che Marisa Restelli ha fatto illustrando con maestria le sue emozioni quando da bambina arrivava nella Castellazzo agricola che tutti vorremmo poter far vivere anche ai nostri figli e nipoti, a nome della Fondazione Augusto Rancilio il sig. Ermanno Camisasca ha porto i saluti della proprietà.
L’ Arch. Daniela Lattanzi, della Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici della Lombardia, ha ricordato come la proprietà stia lavorando in sintonia con la Sovrintendenza per ipotizzare un armonico recupero di villa, borgo, campagna e boschi.
Antonio Corbari ha raccontato come l’agricoltura biologica porti a ricreare equilibri naturali e come, anche alle porte di Milano, la sua azienda agricola abbia interessato la sezione di entomologia dell’università, grazie alla presenza di insetti che amano solo luoghi non inquinati.
Il Responsabile del Distretto di Economia Solidale e Rurale del Parco Sud Milano, il dott. Davide Biolghini, ha informato su quanto possa essere propulsiva la richiesta di prodotti biologici da parte dei Gas (Gruppi di Acquisto Solidale) e da parte di alcune amministrazioni comunali che hanno promosso “Mense verdi”, perché al Parco Sud questo ha creato delle filiere del pane bio.

 

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Luigi Brognoli, titolare della fattoria “Murnee”, ha trattato l’argomento “La fattoria didattica e sua sostenibilità economica” raccontando quante attività svolgono sia con le scolaresche, sia con il centro estivo,sia con le famiglie che vengono a trascorrere giornate a contatto con la natura, consumando pranzi a base di verdure, salumi e formaggi, prodotti direttamente da loro.

 

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Passando agli esponenti politici, l’Assessore all’agricoltura, parchi, caccia e pesca della Provincia di Milano dott. Luca Agnelli ha potuto informare che per il prossimo periodo di 6 anni (2014-2020) si potrà attingere a risorse europee solo per attività già esistenti e che, comunque, è necessario cercare soluzioni multi-funzione (azienda agricola+fattoria didattica+agriturismo) che possano autofinanziarsi. Soprattutto riguardo all’agriturismo nella provincia fa presente che c’è un’alta percentuale di attività di ristoro, mentre sono molto carenti le strutture che consentano il pernottamento. L’Avv. Ada Lucia De Cesaris, Vice-Sindaco e Assessore all’agricoltura del Comune di Milano, ricorda che l’argomento dell’Expo 2015 è “Nutrire il Pianeta,Energia per la Vita” e si dice dispiaciuta che non si sia proposto, fin dall’inizio del progetto, un collegamento con le zone verdi, le aziende agricole, le Ville di delizia, come la nostra. Ha lanciato comunque l’idea che a Castellazzo si realizzi un’ attività coordinata di agricoltura bio e intensiva.
Il neo eletto Assessore Regionale all’Agricoltura Giovanni Fava, si è scusato per non aver potuto partecipare al Convegno per il quale ha espresso complimenti per la bontà dell’iniziativa che “coniuga la valorizzazione dell’identità lombarda con la necessità di proteggere il nostro patrimonio paesaggistico-ambientale e di supportare il nostro settore primario”.
Peccato che la Dott.sa Barbara Calzavara, Presidente del Parco delle Groane, che avrebbe dovuto intervenire su “L’importanza dell’agricoltura per il Parco. Risorse economiche a sostegno dell’agricoltura e dell’allevamento”, non abbia potuto partecipare, nonostante avesse dato la sua disponibilità e ottimi consigli per l’organizzazione dell’evento.

 Chiara Genovese

Castellazzo di Bollate, la nostra storia

Da Fecchio Giancarlo - Ultimo Aggiornamento: lunedì, Dicembre 24, 2012

Castellazzo era poco più di una nobile casa di campagna costruita sui resti di un antico fortilizio medioevale quando, il 22 dicembre del 1610,  il conte Galeazzo Arconati ne diviene il proprietario, avviando la realizzazione di quella che sarà la più imponente Villa dello Stato di Milano, almeno fino alla fine del settecento.

Castellazzo è un monumento storico-paesaggistico unico, caratterizzato dalle sue corti agricole,  dalla Villa Arconati, dalla piccola chiesa di San Guglielmo, inserito in un quadro ambientale di campi agricoli, di boschi e brughiera, di torrenti,  canali,  prati e fontanili.
Completano l’insieme del paesaggio la Cascina Scessa attestata sulla Varesina ad ovest di Castellazzo, la Fornace Bollatese ad est caratterizzata dalla ciminiera in mattoni (ultima testimonianza di archeologia industriale di questa attività nel comune di Bollate), a nord il viale che, partendo perpendicolarmente alla facciata ovest della Villa, si collega al Santuario della Madonna della Fametta prospiciente al piccolo cimitero di Castellazzo.
L’intero complesso monumentale è giunto fino ai nostri giorni pressoché intatto dopo quattrocento anni di storia, anche perché gli Arconati lasciavano la proprietà indivisa ad un unico erede; che aveva l’onere e l’onore di curare l’intero complesso paesaggistico tramandandolo intatto nella sua qualità complessiva, così è successo anche con i loro discendenti per linea femminile Busca, Sormani e Crivelli.
Oltre a mantenere unita la proprietà chi ereditava Castellazzo doveva essere istruito all’arte, all’architettura e al disegno. L’architettura va qui intesa com’era ai tempi dell’umanesimo che affondava le sue radici nella cultura classica. La formazione dell’architetto si basava su un’ampia cultura nelle discipline di filosofia, musica, astronomia, giurisprudenza, scultura, pittura, ottica, geometria, medicina…
Nei secoli passati si diventava “Architetto” per le doti morali e spirituali oltre che tecniche, si tramandava la conoscenza dell’arte a chi se ne mostrava degno.
Forse è per questo motivo che nei luoghi antichi ritroviamo quella dimensione umana e spirituale che manca alle nuove costruzioni.

 

Alla fine degli anni ottanta gli ultimi eredi storici, Crivelli-Binelli, vendono Castellazzo ad una Società Immobiliare romana (Persichetti-Caracciolo), ma dopo un anno circa la proprietà passa alla Società Immobiliare Gaussiana ( del conte Federico Radice-Fossati ). Attorno all’anno 2001 la Società Gaussiana passa di proprietà al Sig. Cesare Rancilio.Negli ultimi anni ha cambiato denominazione societaria in Villarconati srl sempre con lo stesso proprietario.

L’acquisto alla fine degli anni ottanta avviene in presenza dei vincoli sia del Parco delle Groane, istituito nel 1976, sia dei vincoli della Soprintendenza ai Beni Ambientali e Monumetali del 1963, che rinnovavano un vincolo già esistente del 1912.

Stranamente a fronte di un Piano Territoriale appena approvato con L.R. 43/88, il Consorzio del Parco delle Groane decise di proporre una Variante al Piano nel dicembre 1994, prevedendo nelle aree vincolate indici per nuove volumetrie edilizie, con un prevedibile impatto devastante su tutto il territorio del Parco.
Il Consorzio del Parco voleva acquisire aree concedendo in cambio volumetrie alle imprese edilizie.
L´Immobiliare Gaussiana, così come aveva fatto la precedente Società, inviò lo sfratto agli abitanti delle corti del Borgo. Questo insieme alla richiesta pretestuosa di ottenere delle volumetrie per ricavarne le risorse economiche per il restauro della Villa, diventò costante elemento di pressione sugli amministratori locali.

 

Nella primavera del 1996 preso atto dei rischi ambientali e sociali, varie associazioni di volontariato e singoli cittadini si sono uniti nell’associazione de gli Amici di Castellazzo, per opporsi con varie iniziative a quello che si stava profilando come il solito compromesso immobiliare ai danni dell’ambiente ed in questo caso della qualità del paesaggio di Castellazzo.

Decidemmo di iniziare, il 25 giugno 1996, con una petizione popolare indirizzata al Sindaco di Bollate riprendendo una frase del suo programma:

“ La tutela dell’ambiente rappresenta la forma più elevata di solidarietà sociale che si preoccupa non solo del contingente, ma svolge la propria azione programmatica alla vita delle future generazioni”. Da ciò, i promotori di questa iniziativa deducono che per il territorio di Bollate, già eccessivamente gravato da assedio edilizio, l’Amministrazione Comunale debba esprimere una forte volontà di tutela di Castellazzo. Proprio per ciò, crediamo utile proporre: la tutela degli abitanti e dell’attività agricola, eventualmente attraverso l’esproprio e l’acquisizione, da parte del Parco delle Groane, del Borgo stesso; che il piano regolatore non subisca variazioni tali da permettere ulteriore spreco delle aree verdi che le precedenti Amministrazioni hanno ritenuto opportuno di dover vincolare. I firmatari del presente appello, convinti che lei sosterrà quanto esposto nel programma elettorale, le chiedono di aderire a questa iniziativa e le porgono cordiali saluti.
La nostra petizione raccolse 7.170 firme e portò nel mese di novembre 1996 ad indire un Consiglio Comunale aperto sulla questione di Castellazzo.

 

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Il 24 giugno 1997 inoltrammo una richiesta alla Soprintendenza per estendere il vincolo monumentale che interessa la Villa Arconati anche alle Corti di Castellazzo e ai terreni circostanti compresi nel Parco delle Groane.

Nel mese di febbraio 2011 la Soprintendenza di Milano ci comunicò, con una lettera, che il procedimento per l’estensione del Vincolo era concluso, ed era stato notificato il Decreto a tutti i proprietari. Il nucleo storico di castellazzo ed una vasta fascia di terreni tutt’attorno venne così sottoposta ad un unico vincolo monumentale diretto. Riconoscendo, di conseguenza, anche alle corti agricole la stessa dignità culturale e monumentale della Villa Arconati e del suo Giardino, con la quale formano storicamente un monumento unico.

Il nuovo Vincolo Monumentale dichiara il paesaggio di Castellazzo: “…d’interesse artistico, storico ed etnoantropologico” riprendendo i termini di una Relazione Scientifica di qualche anno fa della stessa Soprintendenza, che dice per Castellazzo “… di un’area che conserva una cornice originale, ricca di suggestioni pittoriche, in armonia con l’espressione agricola che connota ( ancora oggi ) la vasta pianura milanese e dalla quale non si deve prescindere se si vuole che le architetture sottoposte a vincolo monumentale non divengano semplici cimeli quasi mummificati dagli eventuali necessari restauri, ma siano ancora vive di una umanità che ne fa il cuore pulsante di questo brano del paesaggio locale.”
Ribadendo il concetto che la tutela del monumento sia imprescindibile dalla tutela della comunità che abita e vive nelle corti e dal suo territorio, pensiamo, come diciamo da molti anni, che considerata l’eccezionalità della qualità del paesaggio di Castellazzo, queste corti agricole possano svolgere un ruolo fondamentale per la cura delle aree agricole di questa zona del Parco delle Groane, oltre ad avere una importante funzione educativa dal punto di vista ambientale, culturale e sociale.

 

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Castellazzo viene citata nelle incisioni di Marcantonio dal Re nel 1743 come “ Villa di Castellazzo” e così Carlo Goldoni la menziona in una lettera indirizzata al conte Giuseppe Antonio Arconati nel 1751. Questo per ricordarci che Castellazzo è da considerarsi nella sua complessità paesaggistica monumentale.

 

Le principali iniziative da noi intraprese ed alle quali abbiamo partecipato in questi anni sono state:
• Petizione al Sindaco di Bollate nel 1996, raccolte 7.170 firme.
• Consiglio comunale aperto, novembre 1996.
• Redazione di 9 osservazioni alla Variante al Piano del Parco delle Groane inviate alla Regione Lombardia nel febbraio 1997.
• Giornata di visita e dibattito in occasione di Salvalarte aprile 1997.
• Richiesta alla Soprintendenza dei Beni Ambientali ed Architettonici, di ampliamento del vincolo, già esistente sulla Villa, anche al Borgo agricolo ed ai terreni di pertinenza
giugno 1997
• Serata di dibattito con i consiglieri provinciali aprile 1999.
• Serata di dibattito con i candidati alle elezioni regionali aprile 2000.
• Giornata di Salvalarte con attività ludico culturali nel Borgo, maggio 2000.
• Convegno con esempio e proposta di recupero, maggio 2001.

 

Avevamo realizzato con il Comune di Bollate anche una bozza di Statuto per una Fondazione,
perché la ritenevamo e la riteniamo una soluzione possibile per conservare intatto il paesaggio di Castellazzo. Tentativo che per il momento non ha prodotto un esito positivo.

Altri incontri e sopraluoghi sono stati effettuati con la Provincia di Milano e la Soprintendenza nel corso degli anni, come altri incontri si sono susseguiti con il Comune di Bollate portando alla costituzione di una Commissione Castellazzo.

 

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A sostegno delle nostre iniziative nel mese di febbraio 2002 viene proiettato, a cura della Libreria Punto e Virgola, al cinema Splendor di Bollate, il film sulla Resistenza, girato tra la fine del 1945 e i primi mesi del 1946, ambientato nelle corti e nella campagna di Castellazzo: “Il sole sorge ancora” . La proiezione è stata preceduta dalla testimonianza diretta del regista Carlo Lizzani, presente in sala, che svolse nel film anche il ruolo di attore assieme a Gillo Pontecorvo.
L’iniziativa riscosse un notevole successo, tant’è che fu necessario ripetere la proiezione del film che venne effettuata alcuni mesi dopo.

Nel mese di luglio del 2004 la Regione Lombardia, con delibera di Giunta ha approvato la Variante al Piano del Parco delle Groane: sono stati tolti gli indici volumetrici e le aree che erano state indicate nella proposta del 1994, come zone di concentrazione volumetrica, ma rimangono comunque sempre latenti i rischi di speculazione edilizia nell’area protetta.

Abbiamo poi organizzato e partecipato ad altre iniziative:
• Dibattito in Corte Grande a Castellazzo con i candidati Sindaco marzo 2005.
• Partecipato al Convegno organizzato dal Comune di Bollate febbraio 2006
• Consiglio comunale aperto maggio 2007.
• Osservazioni ad una nuova Variante del Piano del Parco delle Groane settembre 2009
• Osservazioni al Piano di Governo del Territorio del Comune di Bollate dicembre 2009
• Abbiamo preso parte ai lavori della Consulta Comunale per Castellazzo dal novembre 2006 al febbraio 2010 che non ha concluso molto, ma possiamo dire che si è evitato di arrecare danno all’ambiente ed alla qualità del luogo.
Nell’estate del 2006 si è verificato un abuso edilizio, costituito dall’apertura di una strada di circa 300 metri, nell’area di maggior vincolo naturalistico del Parco delle Groane, nella zona boscata di fianco della brughiera di Castellazzo a sud del Giardino di Villa Arconati.
A seguito di tale abuso intervenne il Corpo Forestale dello Stato che bloccò i lavori ed avviò un procedimento penale a carico di alcune persone della Società Immobiliare Gaussiana.
Alle nostre richieste di chiarimento, nel settembre 2006, in Comune a Bollate e presso la sede del Parco delle Groane, abbiamo avuto delle risposte piuttosto vaghe ed approssimative.
Nel 2007 La Società Immobiliare cambiò poi nome in Villarconati srl, chiedendo la sanatoria per questo abuso, pagando una multa irrisoria al Comune.

Dopo la notifica della soprintendenza di milano, nel mese di aprile 2011 la Società Immobiliare proprietaria di Castellazzo ha presentato contro l’estensione del Vincolo Monumentale un ricorso al TAR della Lombardia.

 

Sappiamo che l’impegno per conservare questo luogo straordinario del paesaggio lombardo si protrarrà ancora negli anni a venire. La nostra intenzione è di ottenere soluzioni che rispettino la storia, la cultura, la dignità e l’identità del luogo.
Nel 2004 Castellazzo e Villa Arconati, presero il maggior numero di consensi nel Censimento dei Luoghi del Cuore, organizzato dal FAI (Fondo Ambiente Italiano).
Per sottolineare la bellezza e l’importanza di questo paesaggio monumentale e storico, concludiamo con il titolo di un corso organizzato proprio nel 2004 dal FAI:
“ Italia Giardino d’Europa. Il Paesaggio: la sua storia la nostra responsabilità”.

Gli Amici di Castellazzo