Il Roccolo di Castellazzo

Lettera inviata ai consiglieri comunali di Bollate
Bollate, 10 settembre 2012
Oggetto: la distruzione del Roccolo di Castellazzo
Abbiamo appreso con un velo di tristezza la notizia della demolizione del Roccolo di Castellazzo. Chissà quanti Bollatesi, tornando dal laghetto , lo hanno ammirato, sulla sua piccola altura, col sole che lo illuminava da mattina a sera! E chissà quanti avrebbero voluto abitarlo! Beh, di quel luogo magico, ora restano solo le foto ricordo!
Con la distruzione del Roccolo se ne va una parte del paesaggio di Castellazzo che aveva conservato pressoché intatta la sua identità storica.
La trasformazione dei luoghi rappresenta una perdita del carattere che determina lo spirito e la specificità culturale e ambientale del territorio; e un territorio che perde i propri segni d’identificazione si degrada, perde la sua memoria e si avvia all’impoverimento culturale, sociale ed economico.
Castellazzo, una delle frazioni appartenenti al nostro Comune, è proprio uno degli ultimi territori da difendere e da conservare. Perciò, noi che abbiamo la fortuna di avere alle porte questo polmone verde, dobbiamo impegnarci e batterci affinchè venga conservato e restaurato nel rispetto del luogo e dell’utilizzo che ha avuto nel tempo. Ecco perché, come Amici di Castellazzo, avevamo presentato la richiesta di estensione del Vincolo Monumentale nel giugno del 1997, indicando tutto il territorio di Castellazzo, oltre alle Corti del Borgo, le Fornaci, quindi anche l’area del Roccolo, la Cascina Scessa, il Santuario della Madonna della Fametta ed il piccolo cimitero antistante, in un contesto agricolo e naturale di notevole qualità e suggestione antica; è noto che tutto il complesso territoriale e paesaggistico sia ritenuto un Monumento Unico, e non a caso la parola “monumento”, significa ricordo, memoria della comunità.
Luoghi di questa qualità sono ritenuti giacimenti culturali rilevanti, sia per gli aspetti artistici e ambientali, sia come risorse economiche a beneficio dell’intera comunità.
Noi Amici di Castellazzo in questi anni ci siamo battuti per conservare l’identità sociale e ambientale del luogo e quando abbiamo ottenuto il Vincolo su tutto il Borgo Agricolo e di gran parte del territorio ci saremmo aspettati dagli Enti Pubblici coinvolti e soprattutto dai nostri amministratori, una maggiore attenzione e cautela sull’intero complesso paesaggistico che rappresenta una ricchezza straordinaria per la nostra zona.
Avevamo richiesto, inascoltati, anche che si ricostituisse una Consulta o una Commissione Comunale su Castellazzo per valutare insieme, quali potessero essere le soluzioni più consone alla dignità del luogo e della sua identità storica ed agricola e per continuare a suggerire possibili utilizzi come quello della Fattoria Didattica, ritenendo fondamentale conservare l’attività agricola e su quest’attività centrale innestare le possibili proposte, nel rispetto della storia e della tradizione del luogo, evitandone ogni speculazione edilizia.
E meno male che qualche mese fa è stato stampato un pieghevole da questa Amministrazione “Bollate in Comune” dove l’attuale Sindaco Lorusso, scriveva: “Ho il desiderio… che si instauri un dialogo più frequente e assiduo tra l’Amministrazione e le vostre famiglie”. Signora Sindaco, a quali “famiglie” si rivolgeva? A quali dei suoi con-cittadini?
La cura di questo luogo avrebbe bisogno della cautela che un restauratore può avere di fronte ad un’opera d’arte; sarebbe necessario riappropriarsi delle basi culturali che sono servite a realizzare questo monumento paesaggistico. Non sono le volumetrie a determinare la bellezza di un luogo.
Gli amministratori di turno riflettano: spesso il buon senso e la lungimiranza, valgono più delle leggi! Ogni metro di terreno che si perde, si perde per sempre: come ogni segno che la nostra storia ha lasciato nel disegno del nostro paesaggio, una volta perso è perso per sempre!
E come ricordiamo gli Arconati per quanto ci hanno tramandato, sarebbe bene che anche i nostri amministratori si impegnassero ad essere ricordati per averlo conservato!
Per conservato, il paesaggio di Castellazzo, s’intende nella sua integrità storica e ambientale, evitandone lo svuotamento dei suoi caratteri agricoli, umani e sociali.
Cordiali saluti
Gli Amici di Castellazzo








La sera dell’8 febbraio 2013, assieme al Comitato di piazza della Resistenza e al Comitato per il Risanamento della ex-Cava Bossi, abbiamo invitato presso la sala della Biblioteca di Bollate, alcuni candidati al Consiglio Regionale della Lombardia per discutere di alcune questioni rilevanti per il nostro territorio bollatese ma che in linea generale sono tematiche che riguardano tutto il territorio regionale come : la difesa del territorio, il consumo del suolo, ambiente e legalità. Qui di seguito, la sintesi del nostro intervento e la risposta dei candidati.
In ricordo di Sergio Garattoni
In occasione del 30esimo anniversario della fondazione del Centro di Coordinamento Solidarietà di Bollate, avevamo inviato una lettera poi pubblicata sull’opuscolo commemorativo, appunto del CPS. Riproponiamo qui di seguito in parte il nostro pensiero in memoria di Sergio Garattoni a cinque anni dalla sua morte.
A Bollate, stando alla relazione analitica del piano urbanistico, il 53% del territorio è ancora libero da cemento ed asfalto, ed è in gran parte agricolo. Considerando che la superficie comunale è di circa 13 chilometri quadrati, ne rimangono quasi sette, corrispondenti a settecento ettari.
Il Sig. Tosi, nella sua analisi sull’agricoltura, considera che sia troppo tardi per dedicarsi alla cura dei campi. Gli indicatori economici recenti, diffusi dalle associazioni di categoria e dagli enti statistici, ci raccontano l’esatto contrario, ci dicono che è l’unico settore in crescita con un più 4,6% e l’occupazione registra un aumento del 10% , in larga parte si tratta di manodopera italiana, a fronte dell’apertura di nuove aziende con un incremento del 4,3%. Inoltre i luoghi come i borghi storici e agricoli che sono riusciti a conservare la loro identità e autenticità, i parchi naturali, le attività collegate all’agricoltura sotto vari aspetti, attirano più del 50% delle attività turistiche e culturali. Si registra un consistente ritorno da parte dei giovani in questo fondamentale settore della nostra storia, e non solo nostra ma di tutte le civiltà.