Fornaci

La Fornace Bollatese in via Origona è un’importante testimonianza di archeologia industriale.
La ciminiera in mattoni è un segno importante d’identificazione, sul territorio, di un’epoca storica e rappresenta l’ultima testimonianza nel comune di Bollate di quell’attività industriale.
Considerato il contesto storico di Castellazzo gli edifici della Fornace Bollatese vanno restaurati e recuperati con una finalità ad uso pubblico, che sarebbe la proposta già fatta dal Consorzio del Parco Groane ed enunciata nel libro “ L’archeologia industriale nelle Groane”.
Dove si dice:
“Siamo in presenza di un patrimonio culturale di indubbio valore che buon senso legislativo e sensibilità culturale obbligano a considerare in maniera più convincente. Un parco naturale protetto può e deve essere molto di più di una semplice area e spazio di evasione fine a se stessi; l’osservazione delle piante, lo studio della fauna, rappresentano già di per se stessi un buon livello di coscienza sociale, un ottimo cannocchiale rivolto al teatro naturale, ma se è vero che la ricognizione di un’area così diffusa da Bollate a Lentate s/s , non può prescindere dall’esame delle condizioni che l’hanno storicamente determinata, è altrettanto vero che occorre prendere in esame tutte quelle annotazioni sulla storia materiale del territorio che includono nella loro globalità, cittadine, paesi, frazioni, stabilimenti, abitazioni, infrastrutture a servizio e sostegno della produzione, concorrendo a formare un quadro eterogeneo di forze interattive sul cui presupposto è possibile intelaiare un’operazione di recupero e valorizzazione.
Per non considerare, poi, i coinvolgimenti didattici a livello di conoscenza del territorio e di ricognizione visiva del lavoro.
Percorsi attrezzati, musei “vivi” dotati di laboratori didattici, centri di documentazione potrebbero rappresentare, in prospettiva, una chiave di volta non solo per l’asfittica museografia istituzionale ma un vero e proprio giro di boa per la cultura pubblica alle prese con un patrimonio “ vivo”.
La pubblicazione del Consorzio del Parco delle Groane prosegue con la descrizione di alcuni monumenti di archeologia industriale e tra questi parla della “Società Anonima Laterizi di Bollate” in località Cascina Origona tracciandone una breve storia e descrivendo le caratteristiche strutturali del forno, ancora integro, delle strutture perimetrali e dei capannoni per il deposito dei mattoni.
Noi aggiungeremmo in questo contesto, come patrimonio vivo, della Fornace o forse sarebbe meglio dire delle Fornaci considerando anche l’impianto storico delle Fornaci di Castellazzo in prossimità della vecchia stazione ferroviaria; l’introduzione anche di altre attività manuali quali: lavoro di giardiniere, di fabbro, di carpentiere, di tessitore, di vasaio, di scultore o di pittore. L’attività di queste arti salutari servono a mantenere una vita bene equilibrata, esse sono risorse per preservarsi in salute, sia mentale che fisica. Il restauro stesso degli edifici della Fornace Bollatese potrebbe diventare esso stesso attività educativa e ricreativa, come avviene già per le attività di volontariato edile in Italia a favore di alcune comunità.
Con Socrate non c’è modo di dimenticare che “sophia”, in greco, prima di significare conoscenza e saggezza designa l’abilità manuale.
Per le Fornaci, testimonianza di archeologia industriale, proponiamo quindi un recupero ad uso pubblico evitando attentamente la solita “valorizzazione” immobiliare.
Siano recuperate come archeologia industriale e per la fornace di via Origona si adottino delle soluzioni educative e sociali.








La sera dell’8 febbraio 2013, assieme al Comitato di piazza della Resistenza e al Comitato per il Risanamento della ex-Cava Bossi, abbiamo invitato presso la sala della Biblioteca di Bollate, alcuni candidati al Consiglio Regionale della Lombardia per discutere di alcune questioni rilevanti per il nostro territorio bollatese ma che in linea generale sono tematiche che riguardano tutto il territorio regionale come : la difesa del territorio, il consumo del suolo, ambiente e legalità. Qui di seguito, la sintesi del nostro intervento e la risposta dei candidati.
In ricordo di Sergio Garattoni
In occasione del 30esimo anniversario della fondazione del Centro di Coordinamento Solidarietà di Bollate, avevamo inviato una lettera poi pubblicata sull’opuscolo commemorativo, appunto del CPS. Riproponiamo qui di seguito in parte il nostro pensiero in memoria di Sergio Garattoni a cinque anni dalla sua morte.
A Bollate, stando alla relazione analitica del piano urbanistico, il 53% del territorio è ancora libero da cemento ed asfalto, ed è in gran parte agricolo. Considerando che la superficie comunale è di circa 13 chilometri quadrati, ne rimangono quasi sette, corrispondenti a settecento ettari.
Il Sig. Tosi, nella sua analisi sull’agricoltura, considera che sia troppo tardi per dedicarsi alla cura dei campi. Gli indicatori economici recenti, diffusi dalle associazioni di categoria e dagli enti statistici, ci raccontano l’esatto contrario, ci dicono che è l’unico settore in crescita con un più 4,6% e l’occupazione registra un aumento del 10% , in larga parte si tratta di manodopera italiana, a fronte dell’apertura di nuove aziende con un incremento del 4,3%. Inoltre i luoghi come i borghi storici e agricoli che sono riusciti a conservare la loro identità e autenticità, i parchi naturali, le attività collegate all’agricoltura sotto vari aspetti, attirano più del 50% delle attività turistiche e culturali. Si registra un consistente ritorno da parte dei giovani in questo fondamentale settore della nostra storia, e non solo nostra ma di tutte le civiltà.