Serata dell’8 febbraio, contributo de Gli Amici di Castellazzo al dibattito.
La sera dell’8 febbraio 2013, assieme al Comitato di piazza della Resistenza e al Comitato per il Risanamento della ex-Cava Bossi, abbiamo invitato presso la sala della Biblioteca di Bollate, alcuni candidati al Consiglio Regionale della Lombardia per discutere di alcune questioni rilevanti per il nostro territorio bollatese ma che in linea generale sono tematiche che riguardano tutto il territorio regionale come : la difesa del territorio, il consumo del suolo, ambiente e legalità. Qui di seguito, la sintesi del nostro intervento e la risposta dei candidati.
Rivolgendoci ai candidati abbiamo riassunto la vicenda di Castellazzo, ricordandogli che è uno dei paesaggi più rilevanti della Lombardia per la sua bellezza, storica e ambientale, soffermandoci sugli ultimi decenni dal passaggio di proprietà dagli eredi storici degli Arconati alle Società Immobiliari che si sono succedute, sui rischi di speculazione edilizia che hanno interessato la zona all’interno del Parco delle Groane, sulla pressione esercitata da parte della proprietà sugli abitanti delle corti di Castellazzo, con gli sfratti. Nella primavera del 1996, un gruppo di cittadini bollatesi e di associazioni per opporsi ai rischi di cementificazione e per difendere e sostenere gli abitanti del Borgo formarono l’associazione spontanea degli Amici di Castellazzo. Nel corso di questi ultimi 17 anni abbiamo svolto diverse iniziative per la tutela del luogo: ne abbiamo ricordate alcune, come la nostra richiesta di estensione di Vincolo Monumentale sul Borgo Agricolo che abbiamo ottenuto nel gennaio del 2011. Oggi, infatti, tutto il complesso storico paesaggistico, com’era giusto che fosse, ha un unico vincolo. Circa dieci anni fa avevamo realizzato con una Commissione Comunale una bozza di Statuto per una Fondazione Castellazzo a maggioranza pubblica per poter accedere ai finanziamenti pubblici finalizzati al restauro e alla conservazione di tutto il complesso monumentale, ed era stato stanziato un finanziamento dal Comune di Bollate. Purtroppo è poi mancato il coraggio di fare l’ultimo passo! Poi mi sono soffermato su quanto mi ha detto tempo fa il prete di Castellazzo, ed ho anche sentito ripetere da qualche suo parrocchiano, che noi Amici di Castellazzo vogliamo che il Borgo crolli… Fin dal primo momento il nostro intento è stato di recuperare e restaurare Castellazzo, ma come ha potuto capire che ne volessimo il crollo? Abbiamo difeso gli abitanti delle corti contro gli sfratti, perché gli crollassero in testa le case? È questo che qualcuno crede?
Costoro probabilmente non ricordano che una decina di anni fa abbiamo ricollocato sul suo basamento la Colonna Votiva che era stata vandalizzata davanti alla Chiesa di Castellazzo assieme agli abitanti ed ai contadini delle corti. Con quella iniziativa che cosa abbiamo voluto dimostrare?
Per tutto il territorio compreso nel Parco attorno al Borgo, vogliamo che si conservino intatte le sue caratteristiche agricole e ambientali; e un prete se crede che la creazione sia un’opera divina, dovrebbe condividere la tutela della natura del paesaggio del luogo. Dovrebbe essere in sostanza il primo ambientalista. Aggiungo qui che qualche anno fa in un articolo apparso sul Corriere della sera, Papa Benedetto XVI diceva: “Mi pare il momento per un richiamo a rivalutare l’agricoltura, come risorsa indispensabile per il futuro… “
Poi ho ricordato che con l’attuale Amministrazione Comunale nessun dialogo è possibile, tant’è che alle nostre sollecitazioni per ricostituire una Commissione o Consulta per Castellazzo, com’era stato fatto dalle precedenti Amministrazioni, abbiamo avuto come risposta la demolizione del Roccolo, un vecchio edificio che caratterizzava da tempo immemorabile anch’esso il paesaggio di Castellazzo a poche centinaia di metri dal Borgo. Preso atto dell’indifferenza di quest’Amministrazione, ci siamo rivolti direttamente alla proprietà e alla fine dell’incontro avvenuto in Villa alla fine del novembre scorso, abbiamo concordato di svolgere un Convegno sull’agricoltura e il restauro del Borgo di Castellazzo, finalizzato alla conservazione e recupero della sua attività storica.
L’agricoltura è attualmente l’unico settore economico in attivo a differenza di altri settori produttivi , e lo sarà ancora negli anni a venire, con l’occupazione di manodopera italiana agricola in crescita, così come sono anche in forte crescita i settori riconducibili alle attività culturali collegate ai parchi, ai borghi storici, alle attività legate al turismo agricolo.
La sera dell’8 febbraio abbiamo perciò chiesto ai candidati il sostegno anche economico della Regione Lombardia affinché tale restauro possa compiersi nel rispetto della sua storia e cultura, perché Castellazzo rimanga così com’è, ovvero un borgo agricolo.
Le risposte e l’impegno dei candidati sono stati positivi, a grandi linee, e tutti si sono dichiarati concordi sulla necessità della conservazione e della finalità culturale del borgo che è agricola e si sono impegnati a sostenere il suo recupero/restauro.
Li abbiamo invitati al Convegno che si terrà nel pomeriggio del 14 aprile in Villa Arconati a Castellazzo; pensiamo che il nostro paesaggio, la sua storia, la bellezza del luogo siano patrimonio dell’intera comunità e non ci siano distingui da fare tra le diverse fazioni politiche, ma siano un patrimonio comune per tutti i cittadini bollatesi e non.
Fecchio Giancarlo
per Gli Amici di Castellazzo
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In ricordo di Sergio Garattoni
In occasione del 30esimo anniversario della fondazione del Centro di Coordinamento Solidarietà di Bollate, avevamo inviato una lettera poi pubblicata sull’opuscolo commemorativo, appunto del CPS. Riproponiamo qui di seguito in parte il nostro pensiero in memoria di Sergio Garattoni a cinque anni dalla sua morte.
A Bollate, stando alla relazione analitica del piano urbanistico, il 53% del territorio è ancora libero da cemento ed asfalto, ed è in gran parte agricolo. Considerando che la superficie comunale è di circa 13 chilometri quadrati, ne rimangono quasi sette, corrispondenti a settecento ettari.
Il Sig. Tosi, nella sua analisi sull’agricoltura, considera che sia troppo tardi per dedicarsi alla cura dei campi. Gli indicatori economici recenti, diffusi dalle associazioni di categoria e dagli enti statistici, ci raccontano l’esatto contrario, ci dicono che è l’unico settore in crescita con un più 4,6% e l’occupazione registra un aumento del 10% , in larga parte si tratta di manodopera italiana, a fronte dell’apertura di nuove aziende con un incremento del 4,3%. Inoltre i luoghi come i borghi storici e agricoli che sono riusciti a conservare la loro identità e autenticità, i parchi naturali, le attività collegate all’agricoltura sotto vari aspetti, attirano più del 50% delle attività turistiche e culturali. Si registra un consistente ritorno da parte dei giovani in questo fondamentale settore della nostra storia, e non solo nostra ma di tutte le civiltà.
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